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Problema 1
Per prima cosa calcoliamo la derivata della funzione che è
a questo punto se vogliamo che la curva sia tangente alla retta nel punto di ascissa sicuramente dobbiamo avere che la curva e la retta passino dallo stesso punto per , ossia e che la derivata in quel punto sia . Pertanto
da cui e . Ritorna all’indice
Studiamo ora la funzione . Sappiamo che il suo dominio è tutto l’insieme dei numeri reali meno lo . Vediamo ora i limiti nei punti estremi del dominio
Cerchiamo un possibile asintoto obliquo
per cui abbiamo un’asintoto obliquo di equazione . Cerchiamo ora un possibile asintoto verticale facendo i limiti per che tende a
Cerchiamo infine i punti di massimo e minimo
da cui possiamo disegnare la funzione
Completiamo ora il punto b) scrivendo l’equazione dell’ulteriore retta tangente alla curva e passante per , osserviamo anche che tale retta non sarà tangente nel punto , ma semplicemente passerà per tale punto. La retta tangente in un generico punto con ha equazione
pertanto, imponendo il passaggio per il punto otteniamo
da cui si ottiene
pertanto la seconda retta tangente passa, ed è tangente, al punto ed ha equazione
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Per risolvere questo punto mettiamo a sistema l’equazione del fascio e l’equazione della curva. Risolviamo per sostituzione sostituendo e otteniamo
Ragioniamo ora sulle soluzioni di quell’equazione di terzo grado. Vediamo subito che per l’equazione diventa l’equazione di secondo grado , pertanto abbiamo due soluzioni. Per il coefficiente direttore è negativo e siccome tale polinomio passa dal punto ne consegue che deve necessariamente avere tre soluzioni, pertanto per le soluzioni sono tre. Con si hanno tre soluzioni distinte. Mentre quando l’equazione di terzo grado ha due soluzioni coincidenti e quando diventa maggiore di si ha un’unica soluzione reale. Ritorna all’indice
Quello che ci viene chiesto di calcolare è l’area della regione arancione presente in questo grafico man mano che la retta di equazione si sposta sempre più a destra
geometricamente possiamo subito osservare che tale limite dovrà tendere a un numero proprio per definizione di asintoto obliquo. Vediamo questo dal punto di vista analitico. L’area della figura arancione la possiamo calcolare facendo
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Problema 2
Per verificare che la famiglia di funzioni non è derivabile nel punto di ascissa calcoliamo il limite del rapporto incrementale da destra e da sinistra e verifichiamo come si comporta. Innanzitutto abbiamo che
pertanto in un intorno di la funzione è perfettamente definita e quindi possiamo dire che
A questo punto separiamo i due casi e . Nel primo caso, con , la funzione diventa
che quindi derivata diventa per
e per
quindi il limite destro e il limite sinistro sono diversi, infatti
Analizziamo ora il secondo caso, cioè , in questa situazione il primo termine della derivata diventa
pertanto il limite sinistro viene
dove il più lo abbiamo nel caso in cui sia pari, mentre il segno meno nel caso in cui sia dispari. Per il limite destro invece abbiamo il risultato sempre positivo, ossia
Questo ragionamento ci fornisce anche la risposta ai punti angolosi, infatti tali punti li abbiamo quando i limiti sono diversi, pertanto quando è un numero dispari oppure quando .
Determiniamo ora i parametri in maniera tale che il grafico sia quello in figura
Siccome deve essere simmetrico rispetto all’asse abbiamo che
pertanto
per cui necessariamente , per determinare il valore di imponiamo che il dominio sia , quindi risolviamo la disequazione
pertanto se vogliamo che quell’intervallo sia dobbiamo avere .
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Studiamo ora la funzione
ancora una volta il suo dominio è la soluzione della disequazione pertanto è l’intervallo . Inoltre la sua derivata è
dove il segno meno lo abbiamo quando mentre il segno più quando . Pertanto
quindi negli estremi del dominio la funzione non è derivabile, vediamo ora come si comporta per .
pertanto neanche nel punto la funzione non è derivabile. Una volta verificato questo procediamo con lo studio di funzione, l’unica cosa che ci manca per poter disegnare la funzione è lo studio della derivata prima per poter determinare le concavità e i massimi e minimi, quindi studiamo . Per abbiamo
quindi nel punto abbiamo un massimo relativo. Per completare osserviamo che è una funzione pari, pertanto il suo grafico è simmetrico rispetto all’asse . Una volta fatto questo disegniamo i due grafici uniti
I punti di intersezione tra la retta e la nostra curva a cuore sono le intersezioni tra le due curve con la retta (infatti nella parte bassa del cuore la curva blu è rappresentata dalla curva mentre nella parte alta del cuore la curva rossa è rappresentata dalla curva ). Pertanto le coordinate dei due punti di intersezione sono e , osserviamo anche che siccome entrambe le funzioni sono pari a noi basta studiare la situazione per
quindi la formula che esprime la distanza tra questi due punti sarà
che è una funzione strettamente decrescente e quindi ha il massimo per . Ritorna all’indice
Per verificare che è una primitiva di ci basta derivare e vedere che, a meno di una costante, viene . Quindi
Infine per calcolare l’area del cuore impostiamo i seguenti integrali
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Quesito 1
Partiamo con la prima parte della dimostrazione. Sia quindi un triangolo rettangolo isoscele e vediamo che la sua altezza relativa all’ipotenusa deve essere la metà dell’ipotenusa.
Sicuramente l’angolo in è un angolo di , siccome il triangolo grande è un triangolo isoscele e rettangolo, e sicuramente l’angolo è un angolo retto siccome è altezza, ne segue che anche l’angolo è di e pertanto il triangolo è isoscele. Quindi possiamo concludere che la lunghezza di e la lunghezza di coincidono, ma sappiamo già che è la metà di in quanto nei triangoli isosceli l’altezza relativa alla base è anche mediana.
Proviamo ora l’implicazione opposta, ossia è un triangolo rettangolo tale che l’altezza relativa all’ipotenusa sia esattamente la metà dell’ipotenusa allora è anche isoscele. Se ci rifacciamo sempre all’immagine di prima abbiamo come ipotesi che inoltre anche gli angoli e sono congruenti perchè è altezza, ne segue che i due triangoli e sono congruenti e pertanto i due angoli adiacenti all’ipotenusa di sono congruenti da cui segue che è isoscele.
Quesito 2
I modi di ottenere esattamente due testa in cinque lanci sono (ad esempio , , e così via), pertanto la probabilità di ottenere esattamente due teste è
Per rispondere alla seconda domanda, siccome ci chiede un massimo, basta cercare i massimi della funzione probabilità, quindi come prima cosa la deriviamo in e otteniamo
per cui la derivata ha tre zeri che sono , e . Le prime due soluzioni sono quelle che rendono nulla la probabilità che escano esattamente due teste, mentre la terza soluzione è quella che rende massima la probabilità che escano esattamente due teste. Ritorna all’indice