Alberto e Bruno usano lo stesso modello di termometro digitale da cucina, che ha una sensibilità di . L’incertezza relativa percentuale della temperatura misurata da Bruno è . Alberto misura una temperatura di . Stima la temperatura misurata da Bruno. Determina l’incertezza relativa percentuale della temperatura misurata da Alberto.
Giada misura la temperatura dell’acqua di una pentola con un termometro digitale. La stima del valore della temperatura è . Determina l’incertezza relativa e l’incertezza relativa percentuale.
Per far salire la temperatura di una stanza di , una stufa brucia di pellet. La stufa è collegata a un termostato che segna la temperatura di . La misura è affetta da un errore sistematico per difetto di perchè il livello di zero non è stato impostato correttamente. Quanti grammi di pellet consuma in totale la stufa per riscaldare la stanza a (valore letto sul termostato)? Qual è in realtà la temperatura della stanza?
Siccome l’errore del termostato è un errore sistematico tale errore sarà presente nello stesso modo sia nella misurazione di sia in quella di , pertanto l’effettivo aumento di temperatura della stanza è di . Quindi
Dove osserviamo esplicitamente che il ha come unità di misura perchè rappresenta quanti grammi di pellet servono per aumentare la temperatura di un grado. Valutiamo infine la reale temperatura della stanza: siccome il termostato commette un errore sistematico per difetto vorrà dire che la lettura sul termostato sottostima la reale temperatura, perciò la reale temperatura sarà di più alta rispetto a quella letta, ossia
In laboratorio viene determinato il periodo di un pendolo, cioè il tempo necessario per compiere un’oscillazione completa. Si utilizza un cronometro la cui sensibilità è . I risultati delle misure sono:
Calcola il valore attendibile e l’errore assoluto del periodo del pendolo. Scrivi in modo corretto il risultato della misura.
Sappiamo che il valore attendibile di una grandezza della quale abbiamo fatto un serie di misurazioni è dato dalla media aritmetica delle misure. Pertanto
L’errore assoluto si calcola facendo
Per scrivere in maniera corretta il risultato dobbiamo però tenere conto che:
l’incertezza, cioè l’errore assoluto, deve avere solo una cifra significativa
l’ultima cifra significativa della misura deve essere posizionata nella stessa posizione della cifra significativa dell’incertezza. Pertanto la misura dovrà essere scritta come
Un costruttore di piscine olimpioniche dichiara che le sue piscine sono lunghe . Ciò significa che una piscina a Roma può essere lunga per esempio e un’altra, dello stesso costruttore, installata a Firenze, può misurare invece di lunghezza. In una gara di a stile libero, ogni atleta deve percorrere volte la propria corsia. Quanti metri percorre effettivamente un atleta a Roma? E uno a Firenze? Quanto vale la differenza fra le due distanze percorse a nuoto? La differenza nelle distanze percorse può spiegare il raggiungimento di un record ottenuto nella piscina di Firenze? Quale altra informazione dovresti conoscere per poter rispondere?
Siccome sappiamo la lunghezza della corsia a Roma e a Firenze risulta abbastanza facile calcolare la lunghezza percorsa, infatti:
Pertanto
Effettivamente, per atleti olimpionici che arrivano tutti nell’ordine dei centesimi di secondo, sono tanti e sarebbero sufficienti a giustificare un record, tuttavia la piscina di Firenze non sarà l’unica ad avere un errore per difetto e a misurare , lo stesso costruttore potrebbe aver costruito anche quella di Brindisi e averla fatta lunga . Ovviamente se noi sapessimo che la piscina di Firenze è l’unica al mondo costruita con un errore per difetto allora è plausibile aspettarsi che tutti i record siano fatti in quella piscina.
Ragioniamo sulla misura e lo stesso discorso sarà applicabile per le misure e . La misura si presenta come
Sappiamo che per scrivere le misure e le relative incertezze si utilizzano due regole fondamentali:
l’incertezza di una misura si arrotonda a una cifra significativa;
l’ultima cifra significativa della misura deve avere la stessa posizione decimale della cifra significativa dell’incertezza. Pertanto la misura non è corretta perchè non verifica nessuna di queste due condizioni. Vediamo ora come potremmo scrivere le prime tre misure in maniera corretta
Mentre la misura è già scritta nella forma corretta.
Simone è un ciclista amatoriale e con la sua bici munita di contakilometri partecipa a un’escursione organizzata. Sa che la distanza che deve percorrere è di , ma il suo contakilometri alla fine della gita segna una distanza percorsa di . Da che tipo di errore è affetta la misura? Di quanto in percentuale è sbagliata la misura fornita dal contakilometri di Simone rispetto al valore vero? Per ogni kilometro percorso, di quanto sbaglia il contakilometri?
Sappiamo che gli errori di misura si dividono in due grandi categorie: errori casuali ed errori sistematici. In questo particolare esercizio il contakilometri sbaglia in maniera sistematica (ossia sempre nello stesso modo) la misurazione; questo perchè se così non fosse dopo una misurazione così grande tutti gli errori casuali tenderebbero ad annullarsi tra di loro (una volta un errore casuale in eccesso e una volta in difetto) per definizione stessa di casualità. Quindi possiamo dire che il tipo di errore presente è un errore sistematico. Per calcolare in che percentuale la misurazione è sbagliata ci basta fare una proporzione, ossia
Rispondiamo infine all’ultima domanda. In il contakilometri ha commesso un errore di , pertanto
Osserviamo che il a denominatore è adimensionale perchè rappresenta quanti ci sono in , ossia è il risultato della divisione .
Uno studente ha misurato la lunghezza di barrette di alluminio, che hanno fornito come stima il valore . Nei suoi appunti però ha trascritto solo tre misure: , , , tra le quali è sicuro ci sia la misura minima ma non la massima. Quali sono le due misure mancanti?
A livello concettuale l’esercizio è abbastanza facile, infatti noi sicuramente sappiamo sia il valore medio che l’errore assoluto commesso nella misurazione, pertanto possiamo scrivere le seguenti equazioni che devono necessariamente valere entrambe:
nelle quali, sostituendo i numeri che conosciamo, otteniamo
Una volta fatto questo dalla seconda equazione è possibile ricavare che pertanto sarà la quarta misura a nostra conoscenza, infatti
Due autovelox e di diverse case costruttrici vengono testati facendo una serie di misure di una velocità costante e nota, pari a . I valori ottenuti in cinque misure sono riportati nella tabella.
Quale strumento è più sensibile? Quale è più preciso? Secondo te quale dei due autovelox è più adatto per fare controlli sulle strade urbane?
Sappiamo che la sensibilità è la variazione minima della grandezza che lo strumento è in grado di apprezzare. In questo esercizio, siccome i valori dello strumento 1 sono espressi fino al primo decimale, risulta evidente che lo strumento 1 è più sensibile perchè in grado di percepire la differenza tra e . Adesso cerchiamo di capire quale dei due strumenti è più preciso. Sappiamo che il concetto di precisione si basa su due punti fondamentali:
misurando più volte la stessa grandezza, si deve ottenere praticamente sempre lo stesso risultato (ossia un piccolo errore assoluto);
i valori forniti dallo strumento devono essere in accordo con quelli misurati con un altro strumento di riferimento, noto come affidabile (cioè una media dei valori vicino al valore vero). Una volta ricordato questo notiamo che i risultati ottenuti con l’autovelox sono tutti più vicini al valore noto rispetto a quelli ottenuti con . Inoltre i risultati ottenuti da hanno una maggiore variabilità. Infatti i valori misurati rispettivamente da e hanno errore assoluto pari a:
Quindi l’autovelox è più preciso. Per queste ragioni io utilizzerei il secondo autovelox nella realtà.